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CINEFORUM. Secondo film per la rassegna sulle trasformazioni del lavoro.
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Storia di lotta e resistenza operaia nei cantieri navali parteonopei.
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Volantino di solidarietà ai co.co.co. dell’Ateneo pisano.
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Seminari autogestiti. Didattica e Ricerca nell’ Università delle riforme “Berlinguer-Moratti”.
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Primo film della rasssegna sulle trasformazioni del lavoro.”Mimi metallurgico ferito nell’onore”.
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Ciclo di cineforum sulle trasformazioni del Lavoro.
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Presidio sotto il rettorato martedì 18 marzo.
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Seminario Autogestito del 20 Marzo.
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L’ATENEO ILLEGALE: STORIE DI MANCATE STABILIZZAZIONI
La
“ricetta” che il nostro Ateneo ha utilizzato negli ultimi anni per mandare
avanti tutte le strutture universitarie riguarda l’impiego massiccio di precari
di ogni tipo. Si va dai co.co.co, co.co.pro. ai tempi determinati, dagli interinali
agli esternalizzati .
Ogni servizio è supportato all’interno del nostro Ateneo
da personale precario, vale a dire sfruttato sottopagato e senza diritti. Innumerevoli
le situazioni di illegittimo utilizzo di forme contrattuali diverse dal
contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Per questo già dalla
Finanziaria 2007 come nella direttiva Nicolais e arrivando alla finanziaria
2008 il governo ha incominciato a prevedere che le pubbliche amministrazioni
attivino procedure di stabilizzazione o concorsuali per coloro che sono stati
utilizzati per molto tempo con contratti a tempo determinato o di
collaborazione.
Nonostante le norme in
finanziaria non siano risolutrici del problema in senso generale, siamo al paradosso
per cui persino queste linee previste per legge vengono disattese dal nostro
Ateneo. Per questo l’Assemblea dei precari e degli studenti dei collettivi
oltre alla RSU hanno espresso la loro contrarietà al regolamento per le
stabilizzazioni che è stato votato negli organi collegiali dell’Ateneo e
proposto dalla commissione personale.
L’Ateneo costringe, infatti, le circa 120
persone in possesso dei requisiti per l’assunzione a tempo indeterminato, tutti
vincitori di almeno un concorso o di una procedura prevista per legge, per cui
hanno superato prove scritte ed orali, ad affrontare un ulteriore colloquio
orale che diventa, in questo contesto, uno spreco di risorse e un elemento che
rischia di diventare un mezzo per sistemare qualcuno scavalcando le già
presenti graduatorie.
Inoltre,
l’Ateneo ha deciso di non stanziare le risorse necessarie a prorogare i
contratti di lavoro in essere, andando contro alla norma della legge
finanziaria che indica chiaramente che il personale stabilizzando deve essere
utilizzato, con continuità, in attesa della definitiva assunzione. Continue reading
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Diritto allo studio, tutto deve rimanere dentro al palazzo.
Da qualche mese stiamo assistendo, si fa per dire visto che nessuno apre bocca, a un ulteriore attacco al diritto allo studio universitario.
Tutti quanti siamo consapevoli dell’ insufficienza dei servizi erogati dall’attuale azienda regionale e dell’inadeguatezza dei parametri per dare a studenti, economicamente svantaggiati, la possibilità di fare il loro percorso di studi. È noto che unito a questo si introducano assurdi criteri meritocratici, creando un emblematico parallelo fra produttività/produzione mercificazione dell’istruzione (sistema dei crediti) mercificazione degli individui (ovvero come ognuno di noi è considerato sul mercato del lavoro). Questo tipo di impostazione è ovviamente comprensibile solo se si da un occhio a quali dinamiche guidano i cambiamenti nelle modalità di erogazione dei servizi, quindi anche quelli erogati dalle università, da almeno un decennio. Nasce pertanto la necessità di trasformazione dei sistemi didattici, dalle scuole superiori alle università, per adeguarli alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
Queste decisioni come l’attuale accentramento si propongono il nobile obiettivo di razionalizzazione dei costi e di migliorare l’utilizzo delle risorse. Per quale motivo se tali scelte sono tanto razionali rimangono fra i corridoi dei palazzi?
Come può essere razionale e positivo per il soddisfacimento delle esigenze degli studenti un accentramento che implica un peggioramento nella gestione (in quanto centralizzata) del servizio stesso ed inoltre denota una chiara tendenza a eliminare qualsiasi diversificazione necessaria per rispondere alle specificità territoriali, fino a poter comportare l’unificazione dei parametri creando difatto disservizi?
Ma quello che è più interessante, come possono lor signori paventare risparmi di cifre come 400.000 euro, senza tagliare risorse da destinare ai servizi, se i costi dei vari consigli d’amministrazione e degli altri organi decentrati sono veramente esigui comparati a tale cifra? Continue reading
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