Le Biblioteche
dell’Università di Pisa e l’Archivio del nostro Ateneo funzionano e offrono gli
attuali servizi alla comunità universitaria e alla cittadinanza, solo grazie
all’utilizzo di personale precario ed esternalizzato. Uno splendido esempio di come si riesca a
supportare servizi grazie allo sfruttamento di lavoro precario cercando di
risparmiare con appalti “economicamente vantaggiosi” dove vince chi fa l’offerta
più bassa.
Stiamo parlando di un’emerita
istituzione culturale (l’università) che su un servizio specificatamente
culturale (servizio bibliotecario) esternalizza i propri servizi ad aziende che
arrivano a proporre ribassi del 20% sul prezzo iniziale a discapito dei
lavoratori che chiaramente verranno poi impiegati con contratti più flessibili
e con meno garanzie per il proprio futuro. Proprio in questo periodo stanno
concludendo la nuova gara d’appalto e ancora oggi per i lavoratori, impiegati
ormai da due anni con contratti subordinati a tempo e
parasubordinati(co.co.pro. ecc…), non ci
sono garanzie certe riguardanti la reintegrazione, ovvero la possibilità che
loro continuino a lavorare nelle biblioteche o in archivio.
A fronte di un organico effettivo
che consta, almeno dai dati ufficiali, di circa 95 bibliotecari, circa 50
persone hanno lavorato e lavorano nelle Biblioteche e nell’Archivio
dell’Università, con le più svariate tipologie contrattuali: dal tempo
determinato, al co.co.pro., dall’interinale al co.co.co oltre alle
esternalizzazioni. Tutto il personale che opera con queste tipologie
contrattuali, è sottoinquadrato e sottopagato, rispetto alle funzioni realmente
svolte sul luogo di lavoro e rispetto al titolo di studio posseduto.
Ciò ha conseguenze negative sulla
continuità e sulla qualità del lavoro, ulteriormente aggravate, da una
fortissima mobilità da centro bibliotecario a centro bibliotecario.
Come si può pensare di parlare di futuro e
prospettive per i servizi bibliotecari, se chi ci lavora non ha nessuna
prospettiva;
si ricorda inoltre che a gennaio 2007
l’Università, inaspettatamente, non ha rinnovato la quasi totalità di questi
contratti precari, non giustificando in alcun modo tale scelta, né tanto meno
inviando alcuna comunicazione.
L’8 ottobre 2007, in occasione della ripresa
dell’apertura serale nelle biblioteche dell’Università, il Sistema
Bibliotecario centrale ha operato un taglio al servizio di un’ora (dalle 21.00 alle 20.00) in quattro strutture
dell’Ateneo.
Questa decisione presa in maniera
repentina dal servizio bibliotecario centrale, è stata comunicata alle stesse
sedi bibliotecarie nonché alla ditta e quindi ai lavoratori attualmente
impiegati su quel servizio solo tre giorni prima.
Si è verificato un
taglio di un’ora di servizio agli studenti a fronte dell’aumento delle tasse,
arrivate ormai intorno ai 1.900 euro, su una dinamica inversamente
proporzionale e quindi di per sé assurda da accettare.
Più tasse
meno servizi???
ORA BASTA…
Università Antagonista collettivo
aula R